«Avrei voluto bussare a ogni porta, dire “buongiorno”, chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un “cafezinho”, parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno, dei genitori, dei figli, dei nonni... Ma il Brasile è così grande! E non è possibile bussare a tutte le porte! Allora ho scelto di venire qui, di fare visita alla vostra Comunità che oggi rappresenta tutti i rioni del Brasile».
Le prime parole di Papa Francesco nella “comunità” di Varginha, a Manguinhos, arrivano dirette al cuore di chi lo ascolta e lo scaldano, se mai ce ne fosse ancora bisogno. Piove, ma nessuno sembra accorgersene.
«Il popolo brasiliano, in particolare le persone più semplici, può offrire al mondo una preziosa lezione di solidarietà, una parola spesso dimenticata o taciuta, perché scomoda». E poi la denuncia delle disuguaglianze, l’appello a porre fine , ciascuno secondo la propria responsabilità, alle ingiustizie sociali, l’incoraggiamento a lottare contro la fame e la miseria.
«Nessuno sforzo di “pacificazione” sarà duraturo, - afferma ancora - non ci saranno armonia e felicità per una società che ignora, che mette ai margini e che abbandona nella periferia una parte di se stessa».
«La misura della grandezza di una società – ribadisce - è data dal modo con cui essa tratta chi è più bisognoso, chi non ha altro che la sua povertà! ».
Poi Papa Francesco ricorda, citando il documento di Aparecida, come la Chiesa sia “avvocata della giustizia e difensore dei poveri” ed enumera i pilastri fondamentali che devono reggere una nazione: tutela della vita e della famiglia, educazione integrale, salute e sicurezza.
L’ultima parola è per i giovani, che nel pomeriggio la travolgeranno col calore del loro abbraccio sulla spiaggia di Copacabana.
«Non scoraggiatevi mai, - li invita -non perdete la fiducia, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare, l’uomo può cambiare».