“La Chiesa non è lontana dalle vostre fatiche, ma vi accompagna con affetto. Il Signore vi è vicino e vi tiene per mano”. Così Papa Francesco conclude il suo messaggio agli ospiti e al personale sanitario dell’ospedale “São Francisco de Assis na Providência de Deus”, una immensa struttura (8 edifici, più di 600 posti letto, 350 medici e quasi 500 infermieri) sorta nel popoloso quartiere di Tijuca e gestita da quasi trent’anni da un Associazione ispirata proprio al Poverello di Assisi.
Entro fine mese aprirà, anche grazie al milione di euro devoluto dalla Cei dai fondi dell’otto per mille, un reparto dedicato alla cura delle dipendenze da sostanze chimiche, una vera e propria piaga da queste parti, e Francesco coglie l’occasione per esprimere la propria ferma opposizione ad ogni ipotesi di liberalizzazione delle droghe: “La piaga del narcotraffico, che favorisce la violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società. Non è con la liberalizzazione dell'uso delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell’America Latina, - afferma il Papa - che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica. È necessario affrontare i problemi che sono alla base”.
Papa Francesco è venuto a portare qui, simbolicamente ma anche concretamente, l’abbraccio della Chiesa ai nuovi lebbrosi, le vittime della tossicodipendenza. “Oggi – dice - vorrei abbracciare ciascuno e ciascuna di voi, voi che siete la carne di Cristo, e chiedere che Dio riempia di senso e di ferma speranza il vostro cammino, e anche il mio”. Non vuole seminare illusioni, il Santo Padre, ben consapevole della durezza del cammino.
“Troverai la mano tesa di chi ti vuole aiutare, ma nessuno può fare la salita al tuo posto. Non siete mai soli! La Chiesa e tante persone vi sono vicine”. A tutti, infine, il rinnovato invito a non lasciarsi rubare la speranza.
L’ultima parola, in italiano, è per i giovani italiani che lo stanno ascoltando in diretta attraverso gli schermi del Maracanazinho: “Fidatevi di Cristo, ascoltatelo, seguitene le orme. Non ci abbandona mai, è lui la nostra speranza”. E infine l’appuntamento per l’indomani, a Copacabana, per il grande abbraccio dei giovani del mondo al Papa che insegna ad abbracciare.