“Martire significa testimone della fede a costo della vita. Quindi non c’è vero martirio per un cristiano se non c’è fede: il dono della vita che è il bene sommo dell’uomo è messo di fronte alla fede e l’uomo decide di mettere al primo posto la sua fede, abbandonandosi totalmente in Dio. E’ imitazione di Gesù che sulla croce dona la vita”.
Mons. Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina, spiega ai giovani che “il buon comportamento, che è già una scelta eccezionale per i tempi in cui viviamo, non è sufficiente a sradicare il male: occorre
che qualcuno si addossi l’infelicità degli altri e la cambi in amore. Questa è stata la scelta di Gesù, questa deve essere la scelta di chi lo vuol seguire”.
La missione, dunque, diventa il “programma di vita della testimonianza”, un “vivere fino in fondo la scelta di Cristo”, dando “un volto concreto alla speranza”, mostrando “l’unità dinamica tra fede e ragione”, la capacità di “sviluppare i nostri sentimenti, il nostro amore, la nostra sessualità nella prospettiva dell’amore di Dio”, la scelta di “decidersi di vivere sempre nella verità costruendo relazioni di amore con tutti”, per “dire con la vita che è Gesù il centro della storia, il criterio del bene e del male, la pienezza della vita, la bontà che salva l’umanità”.