Un abbraccio lungo quattro chilometri: la notte è scesa e, dopo tre giorni, la pioggia ha concesso una tregua. La mezzaluna di sabbia bianca tra le più famose del mondo si è trasformata in una distesa di cappelli, bandiere e magliette colorati. I ragazzi arrivati nella metropoli carioca per la Gmg si sono riversati sul lungomare di Copacabana per la cerimonia di accoglienza con Papa Francesco. Atterrato all’eliporto sul Forte di Copacabana, il Pontefice ha percorso in papamobile il lungo tragitto che lo separava dal palco: ad aspettarlo c’erano i giovani provenienti da ogni parte del globo, ma anche abitanti del quartiere – la maggior parte dei quali anziani –, turisti, bambini tenuti sulle spalle. Tutti armati di macchine fotografiche e smartphone per immortalare il passaggio di Papa Francesco, acclamato con cori e applausi. Molto più che in uno stadio o in un mega concerto: l’entusiasmo, la gioia di esserci, di vedere il Papa, qui hanno infatti il sapore della testimonianza. Di chi vuole esprimere la freschezza della fede cristiana e di trasmettere al mondo il messaggio che la speranza ha un volto giovane. “Siete in tanti. Venite da tutti i continenti. Siete spesso distanti non solo geograficamente, ma anche dal punto di vista esistenziale, culturale, sociale, umano. Ma oggi siete qui, anzi oggi siamo qui, insieme, uniti per condividere la fede e la gioia dell’incontro con Cristo, dell’essere suoi discepoli”, ha detto Papa Francesco. “Guardando questo mare, la spiaggia e tutti voi, mi viene in mente – ha osservato il Pontefice - il momento in cui Gesù ha chiamato i primi discepoli a seguirlo sulla riva del lago di Tiberiade”. Ecco, ha continuato, “oggi Gesù ci chiede ancora: Vuoi essere mio discepolo? Vuoi essere mio amico? Vuoi essere testimone del mio Vangelo?”.
“Se vogliamo che la vita abbia veramente senso e pienezza, come voi stessi desiderate e meritate – ha esortato il Papa nel discorso tenuto al termine di una rappresentazione artistica - dico a ciascuno e a ciascuna di voi: “metti fede” e la tua vita avrà un sapore nuovo, avrà una bussola che indica la direzione; “metti speranza” e ogni tuo giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro, ma luminoso; “metti amore” e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia, il tuo cammino sarà gioioso, perché incontrerai tanti amici che camminano con te. Metti fede, metti speranza, metti amore”. Con la consueta franchezza e immediatezza, Papa Francesco ha trasformato l’invito ad amare Gesù e a seguirlo in uno slogan: “’metti Cristo’ nella tua vita e troverai un amico di cui fidarti sempre; ‘metti Cristo’ e vedrai crescere le ali della speranza per percorrere con gioia la via del futuro; ‘metti Cristo’ e la tua vita sarà piena del suo amore, sarà una vita feconda”.
Contro dunque la tentazione “di metterci al centro, di credere che siamo solo noi a costruire la nostra vita o che essa sia resa felice dal possedere, dai soldi, dal potere” che possono “dare un momento di ebbrezza, l’illusione di essere felici, ma, alla fine, sono essi che ci possiedono e ci spingono ad avere sempre di più, a non essere mai sazi”, il Papa ha invitato i giovani a puntare su Gesù. “‘Metti Cristo’ nella tua vita, riponi in Lui la tua fiducia e non sarai mai deluso”. In questi giorni, ha detto, il Signore “ti attende nella sua Parola; ascoltalo con attenzione e il tuo cuore sarà riscaldato dalla sua presenza; ti accoglie nel Sacramento del perdono, per guarire, con la sua misericordia, le ferite del peccato; ti aspetta nell’incontro con la sua Carne nell'Eucaristia, Sacramento della sua presenza, del suo sacrificio di amore, e nell’umanità di tanti giovani che ti arricchiranno con la loro amicizia, ti incoraggeranno con la loro testimonianza di fede, ti insegneranno il linguaggio della carità, della bontà, del servizio”. “Anche tu caro giovane, cara giovane – ha concluso - puoi essere un testimone gioioso del suo amore, un testimone coraggioso del suo Vangelo per portare in questo nostro mondo un po’ di luce”.