“Essere discepoli non è facile – afferma candidamente Francesca, 22 anni, di Perugia -. Cercherò di meditare e pregare sulle parole del Papa. A volte – ammette - si ha quasi paura di ‘perdere la faccia’, parlando della propria fede. Oggi mi ha colpito molto sentir dire che ‘evangelizzando si viene evangelizzati’. È vero, perché è proprio in quei momenti che la fede si fortifica e ci si sente più Chiesa”.
Francesca non nasconde le sue debolezze ed è consapevole che “c´è sempre bisogno di ricaricarsi”. Sa anche che per essere discepoli occorre riconoscere qualcuno come maestro e poi dargli la propria disponibilità a seguirlo. “Qua a Rio ho sentito rinnovarsi la chiamata del Signore” - dice. E mentre si avvicina il momento di rientrare a casa, questa è la sua preghiera: “Io sarò discepola, ma Tu indicami la via: in famiglia, all’università, con il fidanzato. Io dirò il mio ‘sì’ a seconda di quello che vuoi Tu”.
Luca, invece, un giovane bergamasco di 24 anni, accogliendo l’invito di Francesco, porterà con sé la voglia di aiutare il Papa a cambiare la Chiesa. “A partire da noi – aggiunge - senza aspettare che cambino gli altri”.
Chiara, 18 anni, volontaria di ‘Casa Italia’ assieme a Luca, è d’accordo con lui: “Ho capito che bisogna cominciare da noi, che bisogna muovere per primi noi stessi”.
E se le si chiede che cosa porterà con sé da Rio, risponde: “La mia storia è un po’ particolare. Prima di partire non ero così: tornerò cambiata. Due anni fa ho perso mio papà, allora mi sono allontanata da Dio, dalla Chiesa. Ero arrabbiata. Venendo qui, invece, ho capito che Lui c’è. – dice, accennando un sorriso - E pensare che non dovevo esserci. – conclude - Non so neanche come ci sono finita qui”.